H.B. La mancanza di luce, intesa come energia, che stava pian piano svanendo con il trascorrere degli anni attorno a me. Non potevo sopportare troppo buio, murato, ma soprattutto declinato vivo!
Ho sempre scribacchiato fin dall’epoca del disagio liceale, così fan tutti, liriche sepolcrali che erano quasi più deprimenti dei prof. che tenevano improbabili lezioni di scrittura creativa versus la new wave delle stragi del sabato sera.
Poi ho preferito per un paio di decadi dirottarmi sulla musica e con alterne sfortune sono arrivato a passare il “mezzo del cammin” stanco di prove, provole, sconcerti e genti del roghero’. Allora ho imbracciato un portatile ed ho scritto tre romanzi brevi. Entro la prossima primavera sgraverò il quarto: “Wild card for Wild life – la solitudine dei non classificati”, malavena edizioni.